I giorni passano e una sorta di coscienza generale ci chiede, per il benessere di tutti, di rimanere ancora a casa. Senza via di scampo. Costretti ad affrontare la realtà, su noi stessi e sulla vita che abbiamo costruito.
Con fatica.
Un pizzico di follia.
Una goccia di sfrontatezza.
Q.b. di fortuna.
E non meno importante un sorriso, quando si permette a mente e cuore di sfogliare l’album dei ricordi.
La cosa che ci viene più facile è sbuffare come una locomotiva a vapore, degna dei migliori film western, pensando a tutto ciò che non va… alla sfortuna infame che ancora una volta mette un freno alla nostra libertà. Alle cose che stiamo perdendo per colpa di questa sosta imposta. E ancora ci raccontiamo di sentirci legittimati a trovare le colpe nei comportamenti altrui. Il politico. Il podista dell’ultima ora. Il cane che ha i reni essiccati a forza di fare pipì e vi guarda con una certa arroganza, scuotendo la testa, in risposta alla vostra ennesima richiesta. Quelli che fanno anche le file degli altri pur di stare fuori. E chi più ne ha più ne metta…
Altro svago, rivalutato in questi ultimi tempi, è quello di arrabbiarsi col meteo. Bèh negli ultimi anni in questi giorni, stavamo ancora costruendo le zattere per poterci muovere, visto che pioveva quattordici giorni a settimana, quindi ci può stare.
E invece, quest’anno, la rockstar dei virus ci obbliga nelle quattro mura, mentre fuori scoppia una primavera che non si vedeva da quando a me stavano ancora bene i tubini aderenti!!! Altre ere…
Un sole caldo e avvolgente che inonda di luce, una natura che si sta riprendendo il suo spazio. Potente, rigogliosa, colorata, profumata e grandiosamente maestosa.
Per non parlare delle notti. Un manto blu ci avvolge, come una mamma amorevole, invitandoci a buttare su gli occhi. Il cielo ci culla, spettacolare, elegante, trapuntato di stelle che, mai come adesso, si vedono talmente bene… sembra quasi di poterle sfiorare.
Ebbene, davanti a cotanto esempio di ripartenze, perché non cercare di ricominciare a godere le piccole cose.
Un buon infuso o una tisana tra le mani.
Un diffusore di oli essenziali che sbufficchia allegramente, spandendo una sinergia di aromi che combattono lo stress es. petitgrain, ylang ylang, arancio dolce, lavanda officinale. Il telefono o il computer utilizziamoli per diffondere una melodia, che abbia come base la frequenza 528 hz; aiuta il processo delle cellule e si dice incrementi la naturale autoriparazione del DNA.
E perché no… sulle gambe un buon libro di Antoine de Saint-Exupéry, aperto alla pagina che riporta una sorta di ibrido tra poesia e preghiera che si intitola:
“Insegnami l’arte dei piccoli passi”
Non ti chiedo né miracoli né visioni
ma solo la forza necessaria per questo giorno!
Rendimi attento e inventivo per scegliere al momento giusto
le conoscenze ed esperienze che mi toccano particolarmente.
Rendi più consapevoli le mie scelte nell’uso del mio tempo.
Donami di capire ciò che è essenziale e ciò che è soltanto secondario.
Io ti chiedo la forza, l’autocontrollo e la misura:
che non mi lasci, semplicemente, portare dalla vita
ma organizzi con sapienza lo svolgimento della giornata.
Aiutami a far fronte, il meglio possibile, all’immediato
e a riconoscere l’ora presente come la più importante.
Dammi di riconoscere con lucidità che le difficoltà e i fallimenti che accompagnano la vita
sono occasione di crescita e maturazione.
Fa’ di me un uomo capace di raggiungere coloro che hanno perso la speranza.
E dammi non quello che io desidero ma solo ciò di cui ho davvero bisogno.
Signore insegnami l’arte dei piccoli passi.
Decisamente una buona idea sarebbe bere un sorso della bevanda… è lì sul tavolino.
Alzare in alto il nasino, ad apprezzare gli ottimi aromi nell’aria. Finire di leggere e…
Fermati!!!
Libera la mente.
Inspira.
Espira.
Ricomincia da te.
Sei la conquista migliore che potrai fare nella vita.
Infondo TU sei il tuo più grande infinito.
Non farai mai un viaggio migliore di quello dentro di te.
VAI.
BUONA FORTUNA
CON AFFETTO,
CHIARA