Buongiorno a tutti voi!
Nella scorsa edizione abbiamo osservato la lingua nel suo complesso tenendo conto del colore, oggi voglio portare la vostra attenzione sulla superficie della lingua andando a definire meglio quelle che sono le colorazioni che vi si possono trovare.
Vi è mai capitato di osservarvi allo specchio e tirar fuori la lingua per osservare anche quella?! E rimanere sorpresi di quello che vedevate sopra chiedendovi cosa potesse essere?! Una patina uniforme bianca, una serie di solchi profondi e rossi, dei punti colorati in un modo ed altri in un altro…
Può darsi che non l’abbiate mai fatto o che comunque non abbiate dato troppo peso a questa osservazione …. vi invito allora a farlo dandovi degli spunti che possono essere utili ad interpretare meglio quello che noterete.
La curiosità che mi ha portato ad approfondire le conoscenze sulla lingua è nata qualche anno fa osservando quella di mia nipote: era una lingua con dei segni strani che il medico definì “Lingua a carta geografica”. Era una definizione che non avevo mai sentito e mi ha portato a saperne qualcosa in più che voglio trasferire a voi che leggete.
La prima analisi da fare è quella che la lingua si può osservare a zone: la parte posteriore, cioè quella più vicina alle tonsille, ci da informazioni relative al primo tratto del tubo digerente (stomaco e duodeno) e la parte anteriore, cioè quella rivolta verso l’esterno, ci informa sullo stato di salute dell’intestino (tenue e crasso). Quindi tutto ciò che notiamo va visto anche nell’ottica della posizione in cui si trova.
Ricordandoci che se l’organismo funziona bene la lingua è pulita e rosea, iniziamo a parlare della patina che la ricopre.
La patina che ricopre la lingua ci da informazioni su quale organo è maggiormente interessato e/o quale tipo di sovraccarico è presente in quel momento:
- una patina biancastra, la più frequente da osservare, è indicazione di ristagno nel tratto digerente: l’intestino è sovraccarico di scorie che non riesce ad eliminare. Il primo consiglio è quello di diminuire le quantità di cibo ingerito ma potrebbe non essere sufficiente, è opportuno controllare anche la qualità di quello che mangiamo. Non mi riferisco soltanto al fatto che dobbiamo mangiare cibo biologico, ottenuto senza l’utilizzo di antibiotici, antiparassitari, conservanti chimici ecc., ma piuttosto al fatto che esistono delle evidenze oggettive che non possiamo trascurare: il nostro apparato digerente non ha le stesse caratteristiche di quello dei carnivori! L’eccessiva quantità di carne o insaccati o prodotti di derivazione animale si trattiene troppo a lungo nell’intestino umano, creando fermentazioni che possono intasare il sistema.
- una patina di colore bianco-giallastro può essere indicativa di problemi allo stomaco come ad esempio la gastrite, oppure essere causata da malattie infettive. Avrete notato che quando si ha l’influenza, anche se non si prendono antibiotici, la lingua si colora!
- una patina di colore grigio-caffè potrebbe indicare stasi venosa a livello intestinale riferita in particolar modo alla vena porta. In questo caso è necessario controllare il sistema venoso e adeguare l’alimentazione ad uno stile più adatto. E’ bene chiarire che non posso fare una valutazione del colore della patina se ho appena bevuto un caffè! E’ consigliabile fare la valutazione al mattino a digiuno, durante la notte l’organismo ha avuto il tempo di liberarsi delle scorie.
- Infine una patina di colore giallo-verdastro potrebbe indicare la presenza di disturbi di fegato e cistifellea: è opportuno aiutare la funzionalità epatica con alimentazione adeguata e magari qualche rimedio fitoterapico adatto.
Nel caso vi troviate di fronte ad un solco centrale piuttosto marcato e rosso fate attenzione ad un paio di cose:
- allo stomaco perchè può essere indicativo di tendenza all’ulcerazione
- al cuore perchè può essere collegato a problematiche cardiache.
Nel caso invece vi troviate davanti ad una “lingua a carta geografica” sappiate che può indicare disfunzioni ormonali (mia nipote ha avuto bisogno di correggere una piccola disfunzione ormonale).
Di Barbara Antoniello
Docente A. T. B.